Il cammino come metafora della strada per ritrovarsi

“Se ti dico che la città a cui tende il mio viaggio è discontinua nello spazio e nel tempo, ora più rada ora più densa, tu non devi credere che si possa smettere di cercarla.”, così scriveva Italo Calvino nel suo romanzo “Le cittá invisibili” a proposito della discontinuità che caratterizza i nostri percorsi di vita, soprattutto quando questi si presentano ancora incerti, in fase embrionale, come quelli di noi ragazzi. Questa la tematica che abbiamo sviscerato nel corso di quest’anno, durante i nostri percorsi serali, in Casacanos, luogo che ho il piacere di abitare ormai dal lontano 2019, anno in cui mi trasferii da Catanzaro a Bologna per iniziare gli studi triennali in Lettere Classiche.

Attraverso la testimonianza e il supporto di figure specializzate in diversi ambiti, abbiamo affrontato la tematica del cammino assumendo, di volta in volta, un punto di vista differente. Nel primo semestre chi, come me, fra le varie proposte ha scelto il ciclo da tre incontri tenuti dall’esperto di trekking Alessio Arbizzano, ha avuto addirittura la possibilità di compiere (a conclusione del percorso) un’esperienza sul campo attraverso un’uscita notturna tenutasi in uno dei sentieri sconosciuti che circondano la nostra zona. Nonostante la pioggia imprevista e forse anche grazie a quell’elemento che non è riuscito a farci desistere dalla nostra impresa, è stata un’esperienza meravigliosa di condivisione e aiuto reciproco dalla quale abbiamo imparato molto.

Nel secondo semestre, invece, i percorsi da scegliere si presentavano non come cicli di incontri ma come delle proposte indipendenti, organizzate ognuna in un’unica serata. Nell’ampio ventaglio di proposte io ho scelto di ascoltare la testimonianza di Marta Bortolazzi che ci raccontato la sua esperienza da pellegrina a Santiago de Compostela, condividendo con noi aneddoti, svelando itinerari possibili e cesellando il tutto di tanti preziosi consigli. Ho assistito anche al percorso tenuto da Filippo Greggio, un giovane operatore legale che ci ha introdotto al suo lavoro di difensore dei diritti dei rifugiati, raccontandoci la tortuosa strada che lo ha condotto a questo mestiere, arduo ma allo stesso tempo profondamente arricchente. Infine ho piacevolmente preso parte alla divertente serata organizzata dalla dramma-terapeuta Arianna Bertoldi che attraverso la modalità del gioco e della leggerezza ci ha insegnato delle utili tecniche di rilassamento e scioglimento della tensioni che ci invadono durante il giorno.

Un percorso ricco avventure e stimoli che mi saranno, sicuramente, utili negli anni a venire!

Luisa